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Prima di inquadrare i Fiori di Bach in un qualsiasi ambito specialistico è doverosa una premessa: La distinzione in branche specialistiche centrate su campi d’azione via via sempre più ristretti è prerogativa esclusiva della medicina ufficiale.L’utilizzo dei Fiori di Bach indirizza ad  una medicina che si interessa al malato nella sua interezza offrendo un approccio terapeutico “alternativo” che identifica il patologico sotto un’altra forma. Questo vuol dire che non parliamo di un trattamento per l’ipertensione o per ridurre il colesterolo o curare un infarto, parliamo di un ausilio per un paziente iperteso o con colesterolo elevato o che sia stato colpito da un infarto.

La mia esperienza mi ha insegnato che la preoccupazione per la malattia è prevalentemente di noi medici. A gran parte dei pazienti interessa esclusivamente lo “stare bene” ma non posso negare che esistono persone eccessivamente preoccupate per “malattie” che risiedono solamente nella loro testa e che non sono confermate da nessun parametro obbiettivo, clinico o strumentale.

Modalità completamente diverse di approcciarsi alla medesima “patologia” possono essere trattate allo stesso modo o c’è bisogno di un ausilio terapeutico che possa andare ad agire su queste diversità? La medicina ufficiale considera trattamenti standard in ogni patologia indipendentemente dalla tipologia caratteriale del paziente ma un intervento su alcune particolarità, possibile con i Fiori di Bach, potrebbe portare un contributo sul ripristino di una generica sensazione di benessere e addirittura influire sul decorso della patologia espressa in senso allopatico.

Andando di più sullo specifico, cosa possono offrire i Fiori di Bach in un paziente di “competenza cardiologica”? Limiterò la trattazione a quelle essenze che possono avere una più diretta connessione con le problematiche cardiologiche ma in qualche caso, perdonatemi, affronterò l’argomento con ludica leggerezza proprio per il fatto che l’accostamento tra Floriterapia e Medicina Specialistica è azzardato.

Impatient: è stato il primo fiore del sistema individuato da Bach. E’ il fiore dell’accelerazione. Lui corre, va veloce e poco si identifica con un mondo che va troppo piano. E’ ovvio accostarlo a tutti quei pazienti che avvertono un’accelerazione cardiaca e quindi, in ambito cardiologico lo possiamo considerare nelle forme di “tachicardia” di qualsiasi natura. Ma la sua “accelerazione” innesca anche una forte ansia anticipatoria e in questo senso l’essenza può essere d’ausilio nei soggetti con ipertensione “da camice bianco”.

ROCK ROSE: è il fiore che associamo ai blocchi provocati dalla paura, dal panico. Quando ci sentiamo bloccati dal panico abbiamo bisogno di Rock Rose. Quante volte un improvviso disturbo cardiaco con la conseguente paura di una cardiopatia genera panico?

STAR OF BETHLEHEM: è essenza fondamentale in tutti i traumi sia a livello fisico che mentale e noi sappiamo bene come i traumi possano generare sofferenze anche cardiache che possono arrivare a quello che comunemente viene chiamato “crepacuore”. Star of Bethlehem in ambito cardiologico può essere considerata un’essenza che può aiutare a prevenire il “crepacuore”.

CLEMATIS: altro fiore molto importante del gruppo dei 12 guaritori (come Impatiens e Rock Rose già citati). Volendolo analizzare sinteticamente è il fiore della “disconnessione”, della distrazione, dell’assenza. E’ il fiore per quelli che hanno la testa che se ne va per i fatti suoi e che sono poco a contatto con la vita presente. Può trovare impiego nello svenimento per tutte le cause o in tutte le condizioni in cui la testa sembra vuota, non in contatto con il “qui ed ora” disturbo che spesso i cardiopatici lamentano e che ci fa pensare ai cali di pressione, tanto per citare un esempio. In realtà lo stesso sintomo si verifica anche in occasione di crisi ipertensive o  di problematiche anche molto gravi.

Cherry Plum: è il fiore associato alla perdita di controllo (ed alla paura di perdere il controllo). Esistono in ambito cardiologico delle “perdite di controllo”?  Ipertensione (perdita del controllo pressorio esercitato dai barocettori), ipotensione (idem), aritmie (di tutti i tipi), svenimenti, perdita di urine, feci, vomito, emorragie … insomma anche Cherry Plum può avere indicazioni in Cardiologia.

Ho inserito questi cinque fiori ai primi posti della mia trattazione non a caso, infatti questi Fiori compongono il RESCUE REMEDY, il rimedio di emergenza già proposto da Bach come primo intervento in tante occasioni. Il dottor Ricardo Orozco ha proposto una variazione del Rescue Remedy proponendo il TETRAREMEI PLUS in cui il Rescue Remedy è integrato con Walnut, Sweet Chestnut, Elm e White Chestnut.

Walnut: interviene nell’adattamento ai cambiamenti. I cambiamenti possono intendersi a livello climatico o di ambiente o di vita (relazioni sentimentali, cambiamenti nel lavoro, trasferimenti) sono tutte situazioni che nella genesi di disturbi cardiaci hanno un ruolo importante.

SWEET CHESTNUT: è il fiore dell’angoscia, della disperazione, della sensazione di essere giunti allo stremo delle forze, sensazione che i cardiopatici, spesso anche quelli non gravi, hanno frequentemente.

Elm: è il fiore del sovraccarico. Sovraccarico di lavoro, responsabilità, preoccupazioni, impegni, doveri. Quando si arriva alla saturazione il cuore ci manda dei segnali.

White Chestnut: qui il sovraccarico è esclusivamente mentale, un eccesso di pensieri che affollano la mente ed impediscono di concentrarci, dormire, rilassarsi. E’ una delle componenti più frequenti negli stati di stress (come anche Elm, ovviamente) che sono spesso alla base dei disturbi cardiaci.
Ovviamente nel trattamento dei pazienti con problematiche cardiologiche non possiamo considerare solo i due rimedi di emergenza (Rescue Remedy o Tetraremei plus) o isolatamente le nove essenze fin qui menzionate. Ci sono molti altri aspetti nei pazienti che si rivolgono al cardiologo che meritano di essere considerati, ci sono altri Fiori di Bach che possono essere utilizzati.

Agrimony: è il fiore di quelli che nascondono le loro sofferenze dietro un “va tutto bene”, dietro una maschera che è spesso una maschera comica, una maschera allegra che però va alimentata con eccessi, eccessi di alcool, droghe, caffè e stimolanti vari, eccessi sessuali e spesso anche alimentari. Il nesso tra queste abitudini di vita ed eventuali problematiche cardiologiche è ovvio.

Gentian: è definito un “catalizzatore del pensiero negativo”, il pessimista per antonomasia (i gradi più estremi sono rappresentati da GORSE, un’altra essenza del sistema di Bach). Sfido chiunque ad avere problemi cardiaci magari piuttosto gravi e a non essere almeno un po’ pessimista.

VERVAIN: altra essenza che potremmo ritrovare come essenza tipologica in molti cardiopatici. E’ il fiore riconducibile al fanatismo, ad un entusiasmo sfrenato, ad uno spirito rivoluzionario e per molti aspetti “antisociale”. Nell’espressione più felice i tipi Vervain sono degli idealisti, degli entusiasti, pieni di iniziative con grandi ambizioni di leadership; nell’espressione meno “onesta” sono degli imbroglioni. Sono comunque persone che possono raggiungere un livello di stress notevole e conseguentemente candidati a sviluppare problematiche cardiologiche di vario genere.

SCLERANTHUS: è l’eterno indeciso, pieno di dubbi, che non sa scegliere tra una cosa e l’opposto: destra o sinistra, dentro o fuori, alto o basso, in una continua vertigine. Questa indecisione tra gli opposti lo rende “asimmetrico” per cui l’essenza ha un certo utilizzo in chi ha disturbi “di lato” come ad esempio in caso di ictus. Ovviamente Scleranthus non cura l’ictus ma rende più facile adattarsi alle sue conseguenze eventualmente supportato da altre essenze come Walnut, STAR OF BETHLEHEM, HORNBEAM.


Chirory: parlando di Star of Bethlehem prima accennavamo al suo possibile utilizzo nel prevenire il “crepacuore”. Chi è sempre disposto a lamentarsi con il prossimo di un’imminente crisi cardiaca è il tipo Chicory, fiore ad energia femminile quindi più comune nelle donne (ma non è detto), tipologia che Mechtild Scheffer definisce “la madre bisognosa”.

I primi Fiori che individuò Bach li chiamò i dodici guaritori e questo nome rende idea dell’importanza che queste essenze assumono nell’ambito del sistema floreale. Finora ne abbiamo citati otto (Impatient, Rock Rose, Clematis, Agrimony, Gentian, Vervain, Scleranthus e Chirory in ordine di … apparizione), ne mancano quattro (Mimulus, Centaury, Cerato, Water Violet) che tratterò in fondo perché pur non avendo un nesso chiaro e diretto con la possibilità di sviluppare una cardiopatia rappresentano delle tipologie tipiche che spesso rileviamo nei soggetti che arrivano alla nostra osservazione. Questo concetto aiuta a definire meglio il ruolo della Floriterapia in Cardiologia: individuare delle tipologie caratteriali su cui agire con i nostri trattamenti può portare un importante giovamento anche sulle manifestazioni organiche di tali soggetti.

MIMULUS: ha paura di tutto per cui ha tanta paura delle malattie. Questo eccesso di paura lo porta ad “evitare” tante situazioni che potrebbero nuocergli. Ma le paure rimangono e possono spingerlo frequentemente nei nostri ambulatori.

CENTAURY: in realtà a differenza da quanto detto sopra i tipi Centaury sono portati a sviluppare problematiche cardiologiche, e non solo, perché si trascurano. Sono troppo impegnati a soddisfare le esigenze degli altri. E quando questi “altri” si accorgeranno della sofferenza del disponibilissimo Centaury, spesso sarà troppo tardi. Ma purtroppo un vero Centaury difficilmente prenderebbe l’iniziativa di pensare alla propria salute prima di quella altrui.

Cerato: qui i problemi più che per il paziente sono per il medico in quanto Cerato è il fiore dell’incertezza questo vuol dire che il “paziente” Cerato ci riempirà di domande, ci solleciterà continue spiegazioni del medesimo concetto ed una volta che avrà capito esprimerà nuovi dubbi, porgerà nuove domande a cui risponderemo sempre diligentemente senza lasciarci vincere dalla stanchezza fino a quando non lascerà lo studio soddisfatto … per andare a rivolgersi a qualcun altro!

WATER VIOLET: potrei omettere di descriverlo in quanto Water Violet non diventerà mai un paziente del Cardiologo o di qualsiasi altro medico. Water Violet è il marito di qualche vostra paziente o il padre o il figlio (può capitare anche che sia la madre o la figlia di qualche vostro paziente assai raramente la moglie). Come si può capire Water Violet vive in un mondo suo, ai margini della società civile, in mezzo ai suoi libri o alla sua musica o alle sue pecore, si dedica ai suoi hobbies e poco è disposto a comunicare al prossimo le proprie sofferenze, un po’ perché non le prova ed un po’ perché difficilmente potrebbe stimare chicchessia a tal punto.

Da questa trattazione ho escluso ben venti Fiori e questo non è giusto. E’ imperdonabile non considerare l’irascibile HOLLY un potenziale iperteso così come il rancoroso WILLOW, l’autoritario VINE o l’intollerante BEECH. E come dimenticare l’importanza di un defedato OLIVE o di un rassegnato Gorse, di un prostrato WILD ROSE, di un fragile Larch, del nostalgico HONEYSUCKLE, del triste Mustard nei malesseri cronici dei pazienti con scompenso cardiaco? Né possiamo considerare esenti da possibili cardiopatie lo stakanovista OAK, l’integerrimo Rock Water, lo schizzinoso Crab Apple, il tormentato PINE, il pigro HORNBEAM, , il preoccupato RED CHESTNUT, il disorientato WILD OAT, lo spaventato ASPEN o il cocciuto CHESTNUT BUD! Ma per nessun motivo possiamo dimenticare di menzionare HEATHER perché se così fosse sarebbe lui a ricordarsi di noi!
Mi perdoni Edward Bach, mi perdoni il mio maestro Ricardo Orozco e mi perdonino anche i miei pazienti per queste mie dissertazioni. Lungi da me l’idea di affrontare problematiche cardiologiche, spesso molto serie, in maniera così leggera. Lungi da me l’idea di considerare il sistema floreale proposto da Bach in maniera così schematica e frivola.
Se si vuole restare in un ambito specialistico i Fiori di Bach sono uno strumento di terapia complementare affascinante e a mio avviso indispensabile. Pensiamo a quanti pazienti debbono aiutarsi con ansiolitici o antidepressivi nel loro percorso di terapia e di riabilitazione o quanto contribuirebbe ad una vera prevenzione agire dal di dentro del paziente andando a lavorare su abitudini e convinzioni sbagliate anziché imporgli delle regole arbitrarie.
C’è tutto un mondo di bene da scoprire per chi si vuole avvicinare ai Fiori di Bach ed il vivere all’interno di una “patologia” non deve rappresentare un ostacolo.

 Dr. Eugenio Arturi